Comunicato stampa
Una
bella notizia avremmo potuto leggere sul giornale di domani. Il WWF, un club
velico e un gruppo di cittadini avevano adottato un albero che era parte della
memoria collettiva. Il WWF aveva offerto un progetto per la realizzazione del
tutore, i costi di realizzazione sarebbero stati sostenuti dai cittadini. Il
Pino storto, ovvero il Pino d’Aleppo di Barcola era stato salvato. Ancora per
alcuni anni, forse per un decennio o anche di più, quell’albero avrebbe potuto
continuare a impreziosire un angolo della città. Questa era la soluzione che si
stava profilando ieri a fine mattinata, dopo una serena riunione tra
l’assessore Elisa Lodi, i dirigenti del Comune di Trieste e il presidente del
WWF, Alessandro Giadrossi. A loro era corso in aiuto il presidente della
Barcola Grignano, Mitja Gialuz, che si era subito offerto a raccogliere la
somma per realizzare un bel supporto per ancorare l’albero al suolo.
Domani leggeremo invece che
l’albero è stato tagliato, in fretta e furia, per decisione del Sindaco,
Roberto Di Piazza, dopo un suo sopralluogo. Irremovibile, non ha voluto
prendere in considerazione gli appelli a una riflessione per un confronto volto
a consentire una meditata decisione.
Una decisione incomprensibile del
primo cittadino che dobbiamo censurare. Non ci si venga a dire che c’erano
ragioni di pubblica sicurezza o urgenza tali da non poter procrastinare l’abbattimento
del bell’albero. Nella peggiore delle ipotesi sarebbe caduto su una aiuola e un
semplice transennamento o il sacrificio di un parcheggio avrebbero consentito,
per un breve periodo, di evitare anche eventuali danni materiali.
Peccato, sarebbe stato un bell’esempio
di gestione partecipata del verde pubblico, una dimostrazione ai cittadini come
alla fobia dell’albero killer si possa porre rimedio con soluzioni tecniche
moderne che non siano quelle del sacrificio di alberature storiche.
Il WWF di Trieste
Alessandro Giadrossi
Sempre osceno abbattere un albero,che peccato!
RispondiEliminaAnna Cenetiempo