
Il
suo scopo è quello di evitare che le eccedenze di cibo finiscano tra
i rifiuti e distribuirle tra i più bisognosi. Una "buona
pratica" chiesta da anni dall’associazionismo sociale e che la
sera del 2 agosto 2016, è diventata legge dello Stato.
Una
legge analoga è stata varata sei mesi fa in Francia, con la
differenza che quella italiana punta sugli incentivi e sulla
semplificazione burocratica: consente la raccolta dei prodotti
agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito.
Dice in modo chiaro che il pane potrà essere donato nell'arco delle
24 ore dalla produzione. E, per ridurre gli sprechi alimentari nel
settore della ristorazione, permette ai clienti l'asporto di quanto
rimane sul piatto con la cd.'family bag'.
Il
provvedimento definisce anche, per la prima volta, nell'ordinamento
italiano i termini di "eccedenza" e "spreco"
alimentari, fa maggiore chiarezza tra il termine minimo di
conservazione e la data di scadenza e punta a semplificare le
procedure per la donazione, nel rispetto delle norme
igienico-sanitarie e della tracciabilità.
Le
eccedenze, anche di prodotti agricoli o d'allevamento, dovranno
essere prioritariamente destinate al consumo umano, mentre quelle non
adatte all'uomo andranno ad animali e altre destinazioni, come il
compostaggio.
Non
solo le Onlus, inoltre, ma anche gli enti pubblici, potranno essere
considerati "soggetti donatori". Si possono poi donare
anche i cibi e farmaci con etichette sbagliate, purché le
irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o
l'indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze. Non
sarà poi richiesta la forma scritta per le donazioni gratuite di
cibo, farmaci e altri prodotti e saranno coinvolte nella prevenzione
dello spreco anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere.
Infine più spazio alle cosiddette produzioni a 'chilometro zero',
che dovranno essere promosse dal ministero delle Politiche agricole
nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi.
Secondo
una ricerca dell'osservatorio Waste Watcher, presentata nelle scorse
settimane in occasione del lancio della sesta edizione di Spreco Zero
2016, ogni anno lo spreco alimentare domestico in Italia vale oltre
13 miliardi di euro, circa l'1% del PIL. A livello globale il valore
di questo sperpero di risorse alimentari è pari a 1.000 miliardi di
dollari, cifra che ogni anno sale a oltre 2.600 miliardi con i costi
'nascosti' legati all'acqua e all'impatto ambientale. Sempre secondo
i dati dell'Osservatorio nazionale Waste Watcher (Last Minute Market
con Swg), per un italiano su due la parola cibo è sinonimo di
piacere e quasi quattro italiani su cinque (77%) insegnano ai loro
figli a non sprecare il cibo. Ciononostante si spreca ben il 45% di
frutta e verdura, il 30% del pesce e il 20% della carne mentre sono
10 milioni di italiani che vivono e si alimentano in condizioni di
povertà.
"Abbiamo
calcolato che se tutti i pubblici esercizi italiani mettessero a
disposizione le loro eccedenze, con una media di 20 pasti al giorno,
si potrebbero distribuire addirittura 7 milioni di pasti
quotidianamente. Noi - dice Gregorio Fogliani - che con il progetto
no profit Pasto Buono abbiamo raggiunto i 500 mila pasti recuperati
all'anno, ci poniamo come obiettivo di recuperare e donarne almeno un
milione".
“Questa
norma - fa eco il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina
- è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. È
una traduzione dei principi della Carta di Milano. Un provvedimento
che conferma l'Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari,
che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili. Con questa legge ci
avviciniamo sempre di più all'obiettivo di recuperare un milione di
tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro
insostituibile degli enti caritativi".
Commenti
positivi anche dal mondo del sociale: “così si potrà dar maggior
aiuto a 8 mila strutture caritative che assistono 1.560.000
bisognosi, di cui quasi 135.000 bambini”, osserva la Fondazione
Banco Alimentare, mentre per Andrea Segrè di Last Minute Market “lo
spreco migliore è quello che non si fa”.
Un
complimento da parte della nostra Associazione va proprio ad Andrea
Segrè che da anni si è battuto per arrivare ad una legge che,
almeno in parte, ha raggiunto quegli obiettivi che si era prefissato.
"È
molto importante - conclude Martina - il rafforzamento del Tavolo
Indigenti del nostro Ministero, che ora potrà diventare un vero e
proprio laboratorio operativo per ridurre gli sprechi e aumentare
l'assistenza ai più bisognosi. Un modello che ci rende unici in
Europa e che punta ad incentivare e semplificare il recupero più che
a punire chi spreca. Un ringraziamento va a tutti i parlamentari per
l'attenzione che hanno dato a questa legge e in particolare a Maria
Chiara Gadda che ha lavorato con passione in questi mesi al
provvedimento".
Disegno di Legge - Limitazione degli sprechi
Disegno di Legge - Limitazione degli sprechi
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