
Nell'ottobre
2014, con l'Accordo di Parigi, i capi di stato dell'UE hanno deciso
di ridurre le emissioni almeno del 40% entro il 2030 così da
raggiungere una riduzione del 90-95% entro il 2050. Il WWF ha
criticato questi obiettivi in quanto troppo deboli ed insufficienti
per vincere la battaglia contro il cambiamento climatico.
Le
ultime proposte sul clima presentate la scorsa settimana dalla
Commissione Europea, che coprono il 60% delle emissioni, secondo il
WWF non riflettono adeguatamente l'impegno internazionale assunto
dall'Europa a Parigi nel mantenere il riscaldamento globale ben al di
sotto dei 2°C, e di continuare gli sforzi per limitare l’aumento
di 1.5°C. Al contrario, le proposte introducono misure di
flessibilità che possono consentire agli Stati Membri di evitare di
intraprendere le azioni necessarie per ridurre le emissioni.
Per
esempio, gli Stati Membri possono trasferire crediti di carbonio
dall’Emission Trading System (ETS) e usare l’assorbimento di
carbonio dalle foreste per avvicinarsi al loro obbiettivo di
riduzione delle emissioni. Le proposte riguardano l’Effort-Sharing
Decision (ESD), ovvero la
suddivisione degli obiettivi di riduzione delle emissioni per tutti i
settori non compresi nello schema di scambio delle emissioni (ETS).
Cosa
sono l'ETS e l'ESD?
L'Emissions
Trading System (ETS) è uno strumento amministrativo utilizzato per
controllare le emissioni di inquinanti e gas serra a livello
internazionale attraverso la quotazione monetaria delle emissioni
stesse ed il commercio delle quote di emissione tra stati diversi,
per il rispetto di ciascuno di questi dei vincoli ambientali imposti
dal protocollo di Kyoto.
L’Effort-Sharing
Decision (EDS) regola invece le emissioni derivanti dai trasporti,
dall’edilizia e dall’agricoltura –oltre ad altri settori
minori- che rappresentano il 60% delle emissioni di gas serra nella
Unione Europea, quelle non coperte dall'ETS.
Al
Summit Europeo dell’Ottobre 2014, i Capi di Stato e di Governo
europei hanno concordato di ridurre le emissioni di questi settori
del 30%.
La
proposta di oggi è stata pubblicata come parte del “pacchetto
estivo” della Energy Union della Commissione che include anche una
proposta di decisione per affrontare le emissioni di gas serra
dall’agricoltura e dall’uso del suolo, nonché una Comunicazione
per la decarbonizzazione dei trasporti.
Per
il WWF la Commissione è sorprendentemente non allineata con gli
impegni climatici internazionali e ha incluso nella sua proposta
anche delle ‘scappatoie’ che potrebbero permettere ai Paesi di
barare sulle azioni reali per il clima. Questo nonostante il
Commissario Europeo al Clima, Arais Can᷈ete, fosse stato tra coloro
che a Parigi avevano pubblicamente indicato quello di 1.5°C come
limite del riscaldamento globale cui mirare.
Quali
sono le scappatoie?
Viene
calcolato tra le riduzioni il carbonio assorbito dalle foreste, come
se fosse uno strumento per giungere all’obbiettivo sul clima. L’uso
del suolo, il cambio nell’uso del suolo e la selvicultura (LULUCF
Land Use, Land Use Change Forestry ) sono settori che rimuovono più
carbonio dall’atmosfera di quanto ne immettono e sono perciò un
“serbatoio netto” di carbonio. Alcuni paesi vogliono che il
carbonio rimosso dalle foreste sia computato nei loro sforzi di
riduzione delle emissioni, in modo da limitare gli sforzi che devono
fare per ridurre le emissioni dei settori ESD , come l’agricoltura,
i trasporti e l’edilizia. La proposta della Commissione
consentirebbe agli Stati membri di utilizzare fino a 280 milioni di
tonnellate di crediti di carbonio provenienti da terreni disboscati,
riforestazione, terreni coltivati e pascoli in modo da compensare una
mancanza di azione in altri settori.
Complessivamente
i target ESD al 2030 sono suddivisi in obiettivi nazionali, o “budget
carbonio”. Tuttavia questi budget nazionali di carbonio per il
periodo post-2020 possono essere calcolati usando diversi parametri
di partenza. La proposta della Commissione determina i parametri di
partenza in base alle emissioni medie del 2016-2018.
I
leader UE hanno concordato nel 2014 che alcuni paesi possano usare un
numero limitato di permessi per le emissioni dall’Emission Trading
System (EU ETS) per raggiungere i loro obbiettivi ESD nazionali. La
proposta della Commissione consente un totale di 100 milioni di quote
UE ETS da contare negli obiettivi nazionali per Belgio, Danimarca,
Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Finlandia e
Svezia: questo potrebbe portare all’emissione aggiuntiva di 300
milioni di tonnellate di CO2 nel periodo 2021-2030. Dal momento che
il sistema ETS è attualmente reso inefficace da un eccesso di
permessi di emissione e probabilmente rimarrà così almeno fino al
2030, il trasferimento delle quote di emissione in eccesso non
porterebbe ad una riduzione nei settori che afferiscono all’ETS. In
sostanza, non solo la UE non è finora riuscita a far pagare
l’inquinamento ai settori ETS perché l’eccesso di offerta ha
fatto crollare il prezzo della tonnellata di CO2, ma la “malattia”
verrebbe ora trasferita anche agli altri settori, ritardando l’azione
per tagliare le emissioni dai settori non ETS e portando a più
inquinamento nella UE fino al 2030.
Gli
Europei vogliono una vera azione per il clima. Il WWF ritiene quindi
che sia preciso dovere dei loro rappresentati politici, dei
parlamentari europei e degli Stati Membri rimettere vero “impegno”
nella decisione di suddividere gli “impegni”: vanno chiuse le
scappatoie e va introdotta una revisione quinquennale degli
obiettivi, in modo da aumentare l’ambizione complessiva, in linea
con l’accordo di Parigi.
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