tratto da La Voce del Popolo di Fiume
Gli scrittori che fanno da
guida al naturalista Matteo Sturani in questo suo viaggio di osservatore della
natura sono tra i maggiori della letteratura mondiale: Calvino, Nabokov,
Hemingway, Junger, Gadda, Primo Levi, Sbarbaro, Meneghello, Thoreau, Neruda e
tanti altri ancora. È un opera corale “Pietre, piume e insetti. L’arte di
raccontare la natura” (Einaudi, 2013), che ci accompagna, non senza stupirci,
tra i meandri di un universo naturale, costituito da foglie, cortecce, licheni,
lombrichi, ciottoli, a noi sconosciuto o forse solo di difficile comprensione.
Seguiamo con religiosa
attenzione quello che ha da dirci l’ingegnoso Leonardo: “Or non vedi tu che
l’occhio abbraccia la bellezza de tutt’il mondo? Lui è capo dell’astrologia,
lui fa la cosmografia, lui tutte le humane arti consiglia e corregge. […]
Cos’è ciò che ti risveglia,
o uomo, ad abbandonare le tue case cittadine, a lasciare parenti e amici e
andare nei campi tra i monti e valli, se non la bellezza naturale del mondo, di
cui, se ben ci rifletti, ti delizi col senso del vedere?” oppure gli inediti ricordi
di infanzia di un Levi “Verso metà giugno mia madre metteva mano ai bagagli.
[…]
Contenevano tutto:
biancheria, pentole giocattoli, libri, scorte, abiti leggeri e pesanti, scarpe,
medicine, attrezzi, come se si partisse per l’Atlantide.[…] I tre mesi
scorrevano lenti, sereni e noiosi, punteggiati dall’abominio sadico dei Compiti
per le Vacanze. Comportavano sempre un nuovo contatto con la natura: modeste
erbe e fiori di cui era gradevole imparare il nome, uccelli dalle varie voci,
insetti, ragni. […]
Nel giardino-cortile si
affaccendavano ordinate tribù di formiche, di cui ero affascinante studiare le
astuzie e le ottusità”.
Tra
gioco, amore, arte e disavventure
Il libro di Sturani è
articolato in sezioni. Nella prima, “La rivelazione di un amore”, e nella
seconda, “La natura come gioco”, il mondo dell’infanzia riaffiora sino a
diventare la protagonista della ricerca per mezzo degli splendidi quadri
letterari tratti da Nabokov, Meneghello, Neruda, Calvino, Levi e Calamandrei
che in “Inventario della casa di campagna” dà una sua personale motivazione
alla nascita della curiosità verso il mondo naturale: “Innata genialità dei
ragazzi nell’inventar modi sempre nuovi per tormentare le creature vive! Si
direbbe che i loro giuochi non abbian gusto se non si lasciano dietro, in quel
mondo di popoli minimi dei quali essi sono i dittatori, una scia di mutilazioni
e di stragi: e gli accorgimenti per infliggerle sono così estrosi, che
figurerebbero bene in una speciale sezione del museo degli strumenti di tortura
che si ammira in Norimberga”. Ma “se da un lato la natura pagava un prezzo
sotto i colpi di un banditismo brufoloso armato di fionde, alcool e cerini,
dall’altro il contatto diretto con tale natura era in grado di promuovere una
conoscenza della stessa e dei suoi meccanismi che nessuna aula o laboratorio
scolastico avrebbe in seguito fornito”.
Le restanti sezioni: “L’arte
di osservare la natura”, “Il naturalista all’opera” e le “Disavventure del
naturalista” suggeriscono un approccio più rigoroso al lavoro del naturalista
anche se mediato dal visionario sguardo di poeti e scrittori come Ponge, Rigoni
Stern, Calvino...
Un
rapporto emotivo e conflittuale
Nella sezione “Emozioni
caccia e pesca” le pagine del libro si arricchiscono di racconti incentrati sul
rapporto conflittuale tra uomo e natura di autori come Bridges, Genevoix, La
Capria, Hemingway e Turgenev. A completamento del volume non potevano mancare
dei cammei pittorici di Mario Sturani, nonno del curatore e capostipite di una
famiglia di insoliti naturalisti.
In occasione della venuta a
Trieste di Matteo Sturani per una passeggiata letteraria sul Carso intitolata
“L’Arte di raccontare la natura”, organizzata da WWF Trieste onlus, in
collaborazione con WWF AMP Miramare e la partecipazione del Civico Museo di
Storia Naturale di Trieste, abbiamo posto allo stesso alcune domande.
Il suo libro è indubbiamente
un percorso originale dove dopo un rimescolamento delle carte il naturalismo
come scienza e la scrittura come arte creativa diventano tutt’uno. Ciò è frutto
di una casualità, di un interesse specifico verso la natura o, citando Nabokov,
un gioco intricato di sortilegio e illusione?
“Mi perdonerà, se rispondo
citando le parole di un’amica, prof.ssa Cinzia Botta, che in un breve scritto
sull’ antologia così si esprime in merito alle comuni attività di scrittura e
pratica dell’osservazione naturalistica: ‘Le attività dello spirito non possono
essere tenute separate: vi è tra loro una corrispondenza intima, un gioco di
echi che risuonano, da cui si può trarre spunto per approfondire conoscenze,
alimentare desideri di scoperte, suscitare nuovi dubbi. Attività dello spirito
sono leggere, scrivere, comporre, suonare, osservare la natura. Per tutte un
comune denominatore è la capacità di sentire, ossia di inoltrarsi fino
all’anima delle cose, di quelle visibili e delle poco visibili, di quelle
concrete, misurabili e delle astratte’.
La natura quindi come
spettacolo che si para quotidianamente davanti ai nostri occhi. Uno scenario
variegato di forme e colori spesso incomprensibile ad uno sguardo poco allenato
come il nostro. Lei consiglia un osservazione attenta, un esercizio di passione
teso al piacere del cogliere un mondo in gran parte sconosciuto. Ma ci si può
innamorare della natura?
“Nell’introduzione alla
prima parte dell’antologia, ho usato il termine innamoramento riferendomi a
quello che avviene quando la scoperta della natura si compie da bambini, allora
si è storditi dalla passione, dal piacere della scoperta, dal senso di
avventura che questo rapporto regala. Che questo succeda in una persona adulta
è molto più difficile, se non impossibile. Bisogna averla vissuta da piccoli un
po’ di quella passione. Poi, anche a distanza di molti anni, riavvicinandosi
agli oggetti della natura con occhi più attenti e curiosi è possibile
recuperare parte di quello sguardo e restare stupiti dal senso di meraviglia in
cui si sprofonderà nuovamente”.
bellissima mattinata tra natura e cultura,grazie!
RispondiEliminaAnna Cenetiempo