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Il Blog del WWF Friuli Venezia Giulia

venerdì 20 settembre 2013

Iniziativa della Commissione europea Dialoghi con i cittadini: lettera a Viviane Reding

Clicca QUI per il programma di Trieste
di Alessandro Giadrossi

Si è tenuto a Trieste il 16 settembre presso il Centro Congressi della Stazione marittima di Trieste l'iniziativa della Commissione europea Dialoghi con i cittadini. Tra i partecipanti solamente alcuni hanno potuto personalmente rivolgere le loro domande a Viviane Reding, vice presidente della Commissione europea e a Enzo Moavero Milanesi, ministro italiano per gli Affari europei. Il WWF Trieste ha inoltrato alla Vice Presidente questa lettera.

Trieste li 16 settembre 2013
Gentilissima Vice - Presidente,
come Ella ha avuto occasione di ribadire in occasione dell'incontro “Dialogo con i cittadini” di Trieste del 16 settembre, l’Unione Europea ritiene che l’efficacia e l’effettività di una politica di tutela dell’ambiente debba passare attraverso l’attribuzione di un importante ruolo alle ONG. 
Ne rappresento qui una, il WWF di Trieste, costituita all’inizio degli anni Settanta. Nello stesso periodo nel quale anche l’allora CEE iniziò a elaborare un proprio programma in materia ambientale.
Tre sono le questioni che sollevo rispetto alle quali sarei molto grato se lei trovasse il tempo di darmi una risposta.
Mi ricollego ai tre pilastri indicati dalla Convenzione di Aarhus: diritto all’accesso alle informazioni, partecipazione ai processi decisionali, accesso alla giustizia in materia ambientale.
Rispetto a tutti e tre questi diritti l’Associazione ha avuto modo di rilevare dei gravi difetti di applicazione, sia nei rapporti con la Commissione sia a livello nazionale.
Abbiamo notato che il potere di segnalazione alla Commissione di infrazioni comunitarie  non porta più a grandi risultati. WWF Italia e Lipu hanno trasmesso di recente un dossier di denuncia sulle violazioni della direttiva Natura 2000, indicando le violazioni più frequenti e diversi casi specifici. A poca distanza da qui delle opere della Protezione civile regionale, senza essere precedute da una valutazione di incidenza, hanno devastato un’area protetta. Questo caso fa parte di quel dossier. Dopo la prima comunicazione di avvio del procedimento, le ONG che hanno redatto l’esposto, perdono qualsivoglia controllo sul suo iter. Questo è sottratto all’accesso in quanto gli scambi di informazione tra Commissione e Stato membro sono parificati alle relazioni diplomatiche. Ne consegue l’impossibilità di interloquire con la Commissione. Non potrebbero essere individuate opportune forme di dialogo?
La Commissione attende inoltre la definizione dei procedimenti giudiziari interni che, nel caso dell’Italia, possono durare una decina di anni.  Non può essere prevista l’adozione di misure temporanee e urgenti, che consentirebbero di impedire l’alterazione irreversibile o parziale del sito in questione?
La partecipazione ai processi decisionali avviene in materia ambientale essenzialmente in sede di valutazione dell’impatto ambientale dei progetti, attraverso la redazione di osservazioni scritte. Nessuna altra forma di partecipazione è obbligatoria in Italia. Quanto scritto dalle associazioni, inoltre, non viene tenuto in considerazione. Talvolta non ne viene nemmeno dato atto nel provvedimento finale o fornita adeguata controdeduzione. Le proteste in piazza, qui come in Val di Susa, non ne sono forse la conseguenza?
Lei ritiene che la procedura di VIA in Italia, in particolare per le grandi opere, svolga quel ruolo che le regola europee le hanno attribuito?
Tutto ciò dovrebbe poter trovare rimedio in sede giurisdizionale nazionale. Ebbene in questi ultimi anni in Italia sono stati frapposti tutti gli ostacoli possibili all’accesso alla giustizia in materia ambientale da parte di cittadini e associazioni.  
La Commissione intende intervenire su questo tema?
Un caro saluto e ringraziamento       
           
Il Presidente
avv. Alessandro Giadrossi
Spett.
Commissione Europea
Alla Cortese Attenzione
del Vice- Presidente
Viviane Reding


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