Ieri, 26 aprile, è stato
pubblicato su La Stampa un articolo firmato da Mikhail Gorbaciov che abbiamo
ritenuto essere di particolare interesse e che abbiamo voluto riproporre qui.
Ricorreva ieri il
trentesimo anniversario del catastrofico incidente di Chernobyl, incidente che
portò con sé gravissimi danni in termini umani, ambientali e monetari.
Questo
terribile incidente “legato all’incapacità di
scienziati e ingegneri di prevedere come problemi apparentemente piccoli
possano tramutarsi in disastri di scala quasi inimmaginabile”, dovrebbe essere
per noi oggi un monito a non ricadere negli stessi sbagli.
Eppure la storia sembra non averci insegnato nulla, come
sottolinea lo stesso Gorbaciov facendo riferimento al Doomsday Clock: “Un
meccanismo concepito per avvisare il mondo della minaccia di un’imminente
catastrofe globale. Quest’anno le lancette dell’«orologio dell’apocalisse» si
sono fermate a tre minuti dalla mezzanotte dell’umanità.”
Lo
scopo di questo meccanismo è dunque quello di salvaguardare il genere umano da
ulteriori disastri di entità enormi, ma al giorno d’ oggi ci troviamo sul
bilico del burrone della catastrofe globale.
Mikhail
Gorbaciov nel suo articolo si chiede il perché di questo alto rischio e si
risponde affermando che “a livello globale, il numero di testate nucleari ha ripreso a
crescere; oltre trenta Paesi sono in possesso di armi nucleari o possono
disporne rapidamente; la Corea del Nord manda pericolosi segnali; il furto da
parte dell’Isis non è una cosa priva di fondamento”.
Inoltre lo stesso autore dell’articolo riporta un quadro, in
merito agli incidenti legati al nucleare, diametralmente opposto a quello
esposto dai sostenitori di questa fonte energetica. “Dal 1952 si sono
verificati in tutto il mondo almeno 99 incidenti nucleari, che rientrano in
questa definizione, con danni che ammontano a oltre 20,5 miliardi di dollari.
Vale a dire più di un incidente nucleare ogni anno e danni per 330 milioni di
dollari. Tutto questo dimostra che esistono molti rischi non gestiti o
regolamentati in modo inadeguato.”
Gorbaciov si domanda perciò “Come possiamo essere sicuri che le
nazioni che possiedono energia nucleare per scopi civili o militari si
atterranno alle necessarie misure e norme di protezione?” e conclude affermando
che “gli impianti nucleari non rappresentano solo un problema di sicurezza, di
ambiente o di energia. Ma tutte queste cose insieme.” E noi non possiamo che
essere d’accordo con lui.
Per un approfondimento potete leggere l’articolo di Mikhail
Gorbaciov, pubblicato su La Stampa di martedì 26 aprile 2016. Il
quotidiano lo trovate a Trieste anche nell’emeroteca di piazza Hortis.
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