WWF e Legambiente hanno avviato
nei mesi scorsi un dialogo con le Direzioni Generali Energia e Ambiente dell’Unione
Europea, per scongiurare l’inserimento del rigassificatore di Zaule fra le
infrastrutture prioritarie del Piano energetico europeo. Le due Associazioni
hanno fornito a Bruxelles un’ampia e dettagliata documentazione sia sulle numerose violazioni alle
Direttive europee sull’ambiente e la sicurezza, riscontrate nel progetto e nei
processi valutativi finora svolti, sia sulle azioni legali pendenti (in
particolare il ricorso al TAR del WWF e di Legambiente), sia sulle posizioni
contrarie al progetto da parte di tutti gli enti locali (Comuni, Provincia e
Regione), sia infine sulle varie manifestazioni di piazza contro il progetto di
Gas Natural svoltesi a Trieste dal 2006 al 2012. Molti di questi documenti sono
disponibile sul nostro sito nella pagina dedicata.
Da Bruxelles hanno assicurato che tutto il materiale inviato sarà
valutato attentamente dai competenti organi comunitari, prima di decidere se
inserire o meno il rigassificatore di Zaule fra le infrastrutture prioritarie
del Piano energetico europeo. Ricordiamo che le
infrastrutture prioritarie beneficeranno di procedure di concessione più rapide
e della possibilità di ottenere finanziamenti comunitari.
L’inclusione del rigassificatore
di Zaule nell’elenco delle infrastrutture energetiche di interesse comunitario è stata richiesta
nel marzo scorso dall’ex ministro allo Sviluppo Economico Corrado Passera, scavalcando in tal modo le forti opposizioni italiane e slovene.
Passera ha presentato la richiesta dopo che l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini aveva già avviato nel dicembre 2012 un supplemento istruttorio al decreto di VIA1, in seguito al parere espresso dall’Autorità portuale, secondo cui l’impianto di Gas Natural impedirebbe lo sviluppo del porto. In esito a questo supplemento istruttorio, il procedimento di autorizzazione per la costruzione del rigassificatore di Zaule è stato sospeso; il Ministero ha fissato un termine di 180 giorni perché Gas Natural trovi una diversa collocazione per il rigassificatore, oppure l’Autorità portuale riveda i piani di sviluppo dei traffici portuali.
Passera ha presentato la richiesta dopo che l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini aveva già avviato nel dicembre 2012 un supplemento istruttorio al decreto di VIA1, in seguito al parere espresso dall’Autorità portuale, secondo cui l’impianto di Gas Natural impedirebbe lo sviluppo del porto. In esito a questo supplemento istruttorio, il procedimento di autorizzazione per la costruzione del rigassificatore di Zaule è stato sospeso; il Ministero ha fissato un termine di 180 giorni perché Gas Natural trovi una diversa collocazione per il rigassificatore, oppure l’Autorità portuale riveda i piani di sviluppo dei traffici portuali.
Il processo decisionale di
localizzazione degli impianti di rigassificazione è quindi attualmente solo
sospeso e c’è un reale pericolo che l’iter autorizzativo riprenda il suo corso.
Per questo motivo è indispensabile proseguire l‘attività di contrasto sia a
livello regionale e nazionale, sia a livello comunitario, sino al definitivo
abbandono del progetto. E in questa attività di contrasto, noi del WWF Trieste
assieme al WWF Friuli-Venezia Giulia, ci stiamo impegnando con tutti i mezzi a
nostra disposizione e in collaborazione con le associazioni e le istituzioni
locali.
1Il decreto di VIA (valutazione di impatto ambientale) per la
costruzione e l’esercizio del rigassificatore nella baia di Zaule era stato concesso
nel 2009.
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