Martedì 29 ottobre la Provincia di Trieste ha organizzato una conferenza per
la presentazione del Progetto strategico σSIGMA2, rete transfrontaliera per la
gestione sostenibile dell'ambiente e la biodiversità. Il progetto, finanziato
dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali, è inserito
nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia
2007-2013.
Alla conferenza intitolata “Presentazione delle linee Guida Operative per
una corretta gestione della biodiversità in aree ad alto valore naturale e una
tradizionale attività agricola” hanno preso la parola la dott.ssa Dunja Bandelj
(IP ZRS), Marta Mossenta (ERSA FVG) e Giulio Volpi (Starter S.r.l.), i quali,
da un lato, hanno introdotto il progetto σSIGMA2, descritto i risultati
ottenuti, con particolare riferimento alla produzione integrata di vite e
olivo, e dall’altro, hanno esplicato le linee guida europee per i siti ad alta
naturalità e la programmazione comunitaria 2014-2020 per l’ambiente e la
biodiversità.
IL PROGETTO
Il progetto σSIGMA2 ha lo scopo di unire gli interessi del settore agricolo
con gli interessi conservazionistici, legame chiave per uno sviluppo
socio-economico sostenibile di un’area – la più settentrionale del Mediterraneo
- caratterizzata da condizioni climatiche ed ambientali particolari.
Il progetto è radicato sulle finalità, attività e risultati del progetto
σSIGMA1. Ha ampliato l’area della cooperazione – precedentemente ristretta alla
provincia di Trieste e alla zona costiera del Litorare sloveno (Primorska) -
inglobando il Friuli-Venezia Giulia, gran parte del Litorale sloveno, parte del
Veneto e dell’Emilia-Romagna, e rafforzando il ruolo dei partner sloveni, in
particolare dell’Università del Litorale (Univerza na Primorskem), in ragione
dell’ingresso croato nell’Unione Europea.
Ciò che più incoraggia, oltre ai risultati finora ottenuti e alla portata
del progetto, è l’interesse che la Provincia di Trieste ripone in questo
progetto di cooperazione e negli sforzi che, almeno stando alle parole del vice
presidente Dolenc, è intenzionata a mantenere in futuro anche se con il rischio
della mancanza di finanziamenti.
È importante mettere in evidenza alcuni temi fondamentali relativi al
progetto σSIGMA2 (per ulteriori dettagli visitare i link a fine pagina):
1) Gli obiettivi
-
Il miglioramento della gestione
delle aree di pregio è basato sul monitoraggio della biodiversità locale
(piante, artropodi e piccoli mammiferi) e sull’abbattimento delle differenze
tra i concetti di conservazione attualmente applicati dallo stato sloveno e
dalle regioni italiane;
-
La riduzione della perdita di
biodiversità si fonda sul sull’utilizzo di tecniche agricole mirate,
calibrate e eco-compatibili (es: sfalcio tardivo negli uliveti), sulla
creazione di banche dati, sulla creazione di 4 giardini mediterranei per la
conservazione di specie mediterranee e carsiche tipiche “ex-situ” e sulla creazione di 5 campi di conservazione per la
salvaguardia delle piante autoctone (frutta ed ortaggi);
-
La realizzazione del Centro delle
Colture Mediterranee (CCM) nel Campus universitario dell’Università del
Litorale (Comune di Isola) il cui scopo sarà di far convergere le ricerche
fondamentali ed applicative, i progetti transfrontalieri inerenti, la ricerca e
lo sviluppo della gestione naturalmente sostenibile dell’area del Mediterraneo;
-
La riduzione dei rischi di
inquinamento ambientale è basata inizialmente sulla
valutazione quantitativa dei composti chimici, idrocarburi policiclici
aromatici (IPA), oli minerali e pesticidi provenienti da svariate attività antropiche
(distillazione petrolio, industrie, traffico, ferrovie, agricoltura, …) e sul
conseguente contrasto delle loro emissioni.
2) La produzione integrata
Il progetto SIGMA ha messo in piedi un sistema di monitoraggio
fitosanitario ed agrometeorologico in modo da tutelare oliveti e vitigni (che
caratterizzano la regione mediterranea), i loro proprietari e la biodiversità
locale. La rete agrometeorologica permette di individuare e prevedere sia il
momento climatico in cui la pianta può essere esposta maggiormente al rischio
dei patogeni (essenzialmente fitofagi e patologie fungine), sia lo stadio
fenologico dei patogeni su cui un’azione preventiva può portare all’abbattimento
del rischio di “danno economico”, senza eradicare completamente i patogeni
stessi. Attraverso una registrazione è possibile ricevere giornalmente via sms
le informazioni agrometeorologiche di una determinata area direttamente sul
proprio telefonino. Grazie a tale servizio, gli utenti diretti di queste
informazioni sono passati da un numero di 80, nel 2005, agli attuali 1188. Per
mezzo di un sistema così strutturato è possibile non soltanto ridurre la
quantità e la spesa dei prodotti fitosanitari, ma anche ottenere le
informazioni necessarie per identificare il prodotto meno impattante
sull’ambiente e sulla salute. Il risultato di tale politica è un doppio effetto
“positivo” (nel senso di meno negativo) sulla biodiversità che anticipa, per una
volta, quanto richiesto dalle direttive comunitarie (Direttiva 128/2009).
3) Linee guida per i siti ad elevata
naturalità
Gli strumenti programmatici messi a punto dalla Commissione Europea
sull’ambiente si intrecciano strettamente con la Politica Agricola Comune (PAC)
in particolare per ciò che riguarda le aree agricole ad elevata naturalità. A
tal proposito, ma solo per alcune delle linee guida, la Comunità dispone di
strumenti finanziari atti a supportare gli agricoltori rispettosi delle
pratiche da essa proposte ed attraverso le quali gli stessi agricoltori
agiscono in modo benefico nei confronti del clima e dell’ambiente (lo strumento
finanziario è definito greening). Le
linee guida sono le seguenti e solo le prime tre rientrano nel regolamento del greening:
-
Il non abbandono dei prati e pascoli
permanenti favorisce il mantenimento di elevati valori di
biodiversità in queste aree seminaturali. Infatti, lo sfalcio controllato e
limitato nel tempo, il pascolo di bestiame in determinati periodi dell’anno e
con carico limitato (i valori sono complessi da calcolare e variano da area ad
area) e la conservazione di legno morto in situ sono delle ottime pratiche
conservazionistiche.
-
La diversificazione e la rotazione
delle colture sono le soluzioni migliori ai problemi dovuti alle
monoculture (fra cui l’impoverimento del suolo e la diffusione di patogeni),
insieme alle quali vanno citate il mantenimento delle colture di copertura (le
cosiddette cover-crops) e la pratica
del sovescio.
-
Il mantenimento delle aree ecologiche permette il mantenimento delle funzioni ecologiche anche nelle aree
agricole. Fra le aree ad elevata funzione ecologica, in questi ambienti
parzialmente antropizzati, rientrano le fasce tampone boscate, le aree soggette
ad imboschimento e i terreni non sfruttati economicamente sia a gestione
naturale (ad “inverdimento” spontaneo) sia a gestione attiva (tramite la
coltivazione delle specie idonee alla conservazione della fauna).
-
Il mantenimento della continuità del
paesaggio si riferisce al mantenimento o alla “sistemazione” di
siepi e boschetti dalle strutture naturaliformi - costituiti da specie
autoctone, specie dai genotipi locali o altre specie idonee - al fine di
mantenere le funzioni di corridoi ecologici per le specie animali. A questi vanno
aggiunti anche i terrazzamenti e muretti a secco, opportunamente costruiti in
materiali naturali e con finiture naturaliformi atte al popolamento della fauna
locale (avifauna inclusa).
-
La tutela della diversità genetica
in agricoltura è da intendersi non solo come tutela della biodiversità
animale e vegetale, ma anche tutela della biodiversità microbica, cioè anche di
tutte quelle forme di vita che popolano i diversi orizzonti del suolo (sui
quali ancora poco si conosce).
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