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Il Blog del WWF Friuli Venezia Giulia

mercoledì 18 settembre 2013

Sacchetta: via i rifiuti dal fondo del mare

di Sonia Sudic Bauzon

Riprenderà sabato 21 settembre l’operazione ‘Un mare di rifiuti’, promossa dal WWF Trieste e dalla Società Triestina Canottieri Adria 1877 per ripulire un tratto di mare in Sacchetta.

Pochi triestini sospettano che l’aspetto lindo e ordinato della Sacchetta nasconda taniche vuote, flaconi di plastica, copertoni, pezzi di gomma e altro ciarpame, che l’incuria e il malcostume della gente hanno gettato in questo specchio di mare.

 Un mare di rifiuti’ è l’iniziativa promossa dal WWF Trieste e dalla Società Triestina Canottieri Adria 1877 per ripulire dai rifiuti un piccolo tratto di mare in Sacchetta. Dopo la prima fase esplorativa di luglio, l’operazione riprenderà nella mattinata di sabato 21 settembre. Il ritrovo è fissato per le ore 8.30, Pontile Istria n. 2. A questa seconda fase parteciperanno, oltre ai promotori, anche la Società Canottieri Trieste e i subacquei dell'Area Marina Protetta di Miramare. Grazie alla presenza dei sommozzatori, sarà possibile rimuovere anche alcuni rifiuti ingombranti.

L’esperienza sarà utile per capire quali siano i rifiuti che vengono gettati in mare e servirà quindi a proporre soluzioni mirate, per evitare che questo tratto di mare continui a essere usato come un immondezzaio.

L’iniziativa si concluderà con una mostra fotografica presso il Civico Museo del Mare, dove saranno esposti anche gli oggetti più curiosi recuperati nel corso dell’intervento.

L’operazione ‘un mare di rifiuti’ vuole richiamare l’attenzione sul problema, sempre più preoccupante, dei rifiuti che si accumulano nei mari di tutto il mondo. Si stima che ogni anno vengano riversati in mare 8 milioni di tonnellate di rifiuti solidi. Particolarmente insidiosa è la plastica, che costituisce oltre l’80% della spazzatura presente nel mar Mediterraneo ed è causa di morte per intrappolamento, ingestione o soffocamento di innumerevoli animali marini. Ci sono però anche danni più subdoli. Degradandosi, la plastica si frammenta in innumerevoli micro-particelle, che si mescolano al plancton e diventano un veicolo attraverso cui gli interferenti endocrini e altri inquinanti possono entrare nella catena alimentare. Gli interferenti endocrini - come i ftalati, le diossine, il benzene - sono sostanze che possono alterare l’equilibrio ormonale degli organismi viventi, esseri umani compresi. In alcune aree del Mediterraneo, il rapporto fra micro-plastiche e zooplancton è già di uno a due. Il degrado dell’ambiente marino rischia di contaminare anche i pesci e i molluschi che ci portiamo in tavola.
Per saperne di più:
Agenzia Europea dell’Ambiente: Problemi prioritari per l'ambiente mediterraneo
sito di Expedition MED 2010-2013 (campagna scientifica e ambientale in materia di inquinamento di plastica nel Mediterraneo)
University of California, Davis Bodega Marine Laboratory: The ecology, biology & chemistry of marine debris

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