Comunicato
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Da alcuni mesi si sta
nuovamente discutendo della realizzazione a Trieste del Parco del Mare. Il WWF
di Trieste ha ritenuto opportuno riunire il proprio Comitato Scientifico, composto
da autorevoli personalità del mondo scientifico, per un’analisi più ampia sulla
vocazione turistica della città, sulla gestione di strutture complesse come i
Parchi del mare o gli acquari e sulla
necessità, piuttosto, di indirizzare tutte le future iniziative su un’area,
quella del Porto Vecchio, strategica per la città di Trieste.
Il risultato della
riunione è sintetizzato nel seguente documento di posizionamento del WWF
Trieste.
Trieste 16 maggio
2017
Il Presidente
Alessandro Giadrossi
Un Parco del Mare a
Trieste
La stupefazione dell’esistente.
Trieste ha una piazza che si affaccia sul mare tra le più belle d’Italia
e d’Europa. Ha un lungomare affascinante e una pregevole riviera, quella di
Barcola, dedicata al passeggio e alla balneazione. Vanta una storia
prestigiosa, quella di essere stata, assieme a Liverpool, il porto di uno dei
più grandi imperi dell’Ottocento. Le vestigia del passato sono ancora
perfettamente leggibili, in particolare nel porto antico, in stato di abbandono
e degrado, che offre immense possibilità di recupero.
Al tema del mare sono legati a Trieste un Museo, un Acquario, impostato
secondo le tecniche espositive del primo Novecento, un faro monumentale, la
centrale idrodinamica, un’area marina protetta che avvolge un parco storico,
quello di Miramare; anche a Monfalcone è stato allestito un piccolo ma
interessante museo della cantieristica inserito in un villaggio operaio ben
conservato, che è parte della storia della navigazione dell’area giuliana.
Se uno degli obiettivi di un museo, così come di un acquario, è la
stupefazione del visitatore, si può ben dire che Trieste già lo può fare con le
sue bellezze, la sua storia, le sue istituzioni museali.
Manca a Trieste invece una capacità di saper comunicare, narrare, la
grandezza del suo passato e la ricchezza del suo presente. Sarebbe sufficiente,
in tempi brevissimi e a costi molto ridotti, offrire a chi la visita uno
strumento di lettura e raccordo, una rete che colleghi agevolmente i poli
museali, i luoghi, le attività che al mare sono legati.
I futuri investimenti andrebbero semmai indirizzati all’istituzione di
un museo della città di Trieste che raccolga documenti di grande valore che per
la mancanza di una grande sede espositiva giacciono ancora nei magazzini, e
all’organizzazione di manifestazioni culturali legate al mare, quali, ad
esempio, un festival della letteratura di mare, delle quali incredibilmente è
ancora priva.
Le potenzialità del Porto Vecchio rientrano agevolmente nelle
auspicabili procedure della rigenerazione dei waterfonts delle città di mare europee, in cui il valore
patrimoniale del cultural heritage
costituisce una stimolante opportunità per coinvolgere non solo le
amministrazioni, ma anche la cittadinanza, le associazioni (ovvero il capitale
sociale) e gli investitori consapevoli. Il WWF caldeggia l’idea del sistema
museale, che possa trarre vantaggio dall’esistente e soprattutto elaborando
strategie comunicative per rivitalizzare l’idea di Trieste come porta d’accesso
per il grande pubblico verso le molteplici caratteristiche della cultura del
mare.
Acquari e parchi
del mare
Quando, oltre una decina di anni fa, si pensò alla realizzazione a
Trieste di un Parco del Mare, l’obiettivo era quello di collocare, in un’unica
struttura, una grande esposizione di materiali e documenti legati ai diversi
usi del mare e anche di un acquario concepito secondo criteri coerenti con la
moderna educazione ambientale.
La previsione oggi della realizzazione solamente di un acquario è
riduttiva e come tale deve fare anche i conti con i problemi che già sono
emersi nella gestione di strutture di questo tipo, in Italia e all’Estero.
La gestione pubblica di un Acquario è improponibile. La sua
progettazione e realizzazione con fondi pubblici non può prescindere da un
preliminare e precisissimo piano finanziario che eviti l’inutile dispersione di
denaro pubblico per la realizzazione di una struttura che in futuro dovrebbe
essere affidata a un soggetto privato. In questa ipotesi, che sconta l’alea di
rinvenire un imprenditore pronto a investire notevoli somme di danaro per una
gestione a scarsa redditività, andrebbe riservata all’ente pubblico
l’individuazione di un comitato scientifico ed etico. Quest’ultimo avrebbe il
compito di guidare la realizzazione di una struttura con tecnologie
ecosostenibili e scelte espositive che garantiscano il benessere delle specie
ospitate secondo criteri scientifici scevri da mera spettacolarità.
Dove realizzare un
parco del mare
La gestione di un acquario, perché sia valida economicamente, implica un
alto afflusso di visitatori. Il contesto
territoriale, indipendentemente dalle scelte architettoniche per la
realizzazione del contenitore, deve avere caratteristiche coerenti con questo presupposto.
L’area che è stata indicata ne è assolutamente priva. L’imprescindibile
riordino di un contesto caratterizzato da un disordine urbanistico
stratificatosi attraverso usi assolutamente diversi (stabilimenti balneari,
società nautiche, caserme della Guardia di Finanza, magazzini portuali, ecc.),
per quanto auspicabile, nel senso di restituire visibilità all’unico manufatto
degno di grande valore architettonico – la Lanterna – semmai potrà avvenire,
avrà tempi non coerenti con quelli della programmata realizzazione
dell’Acquario.
Ove le Amministrazioni, che si sono dichiarate disponibili a sostenere
questa iniziativa, dovessero valutare la validità economica di questo
investimento, unica localizzazione allo stato individuabile è quella dell’area
del Porto Vecchio. Su quest’area, la cui riconversione è strategica per la
città ma allo stesso tempo attuabile solo gradualmente, con la collocazione di
funzioni ad alto valore attrattivo, la Regione e il Comune dovrebbero far
convergere tutte le iniziative scientifiche, economiche e turistiche che
vengono proposte.
Il Comitato scientifico del WWF di Trieste
prof. em. Livio Poldini
prof. Maurizio Fermeglia
arch. Andrea Benedetti
dott. Nicola Bressi
dott. Marco Costantini
dott. Luigi Fozzati
dott. Carlo Franzosini
dott. Fabio Gemiti
dott. Fabio Gemiti
dott. Carlo Genzo
avv. Alessandro Giadrossi
dott. Michele Giani
ing. Giulio Gregori
arch. Romana Kacic
dott. Maurizio Spoto
Paolo Utmar
prof. Francesco Valleranicon la consulenza di: ing. Carlo Tosolini
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