Rigassificatore
di Trieste
Il
WWF: “Nel “supplemento istruttorio” del ministro Clini è fuorviante considerare
soltanto le interferenze con il traffico navale”.
L’associazione: “Si proceda
all’azzeramento di tutte le procedure autorizzative in corso. Troppi i
documenti pasticciati e illegittimi nella sostanza”.
Non può fondarsi soltanto sulle
interferenze del rigassificatore, proposto a Trieste da GasNatural, con il
traffico portuale il “supplemento istruttorio” deciso alla fine di dicembre dal
Ministero dell’ambiente.
Lo scrive il WWF in un documento inviato
ai ministeri competenti, alla Regione ed agli enti locali coinvolti (Comune e Provincia di Trieste),
nonché alla Commissione Europea.
L’associazione ambientalista sottolinea
l’anomalia di una procedura, come quella del “supplemento istruttorio”, che ha
per oggetto un decreto del luglio 2009 (il VIA favorevole firmato dagli allora
ministri Prestigiacomo e Bondi), sulla legittimità del quale sono state
sollevate da più parti innumerevoli critiche. Tant’è vero che sono almeno sei i
ricorsi e gli atti di intervento al TAR del Lazio per chiederne l’annullamento.
Il WWF ricorda le principali anomalie degli studi prodotti da GasNatural per quella
procedura VIA,
segnalate nelle osservazioni degli ambientalisti fin dal
2006-2007 e poi riprese nei ricorsi al TAR: l’insufficiente valutazione delle
alternative tecnologiche e localizzative, le sommarie e contraddittorie le
stime sull’impatto dello scarico di acqua fredda nella baia di Muggia,
l’utilizzo di dati fuorvianti per la stima di alcuni impatti, mancata
valutazione dell’immissione nell’ambiente di composti tossici, dovuta all’uso
di cloro come anti-fouling, la
mancata valutazione degli impatti complessivi del rigassificatore sull’ecosistema
marino, ecc.
Tutti argomenti sui quali la Commissione
VIA del ministero dell’ambiente ha preferito “sorvolare”, al punto che alcune
osservazioni degli ambientalisti (come alcuni pareri dei Comuni) non sono
neppure menzionate nel decreto VIA finale.
Vanno anche ricordate, aggiunge il WWF,
le anomalie “strutturali” della
procedura di valutazione sul progetto di GasNatural e attribuibili al
Ministero dell’ambiente:
l’aver separato assurdamente la
valutazione del rigassificatore da quella del gasdotto (ancorché i due impianti
non possano funzionare l’uno in assenza dell’altro); l’aver accettato che la
VIA sul rigassificatore e quelle sul gasdotto e sulla centrale elettrica da 400
MW di Lucchini Energia procedessero separatamente (benché si tratti di
infrastrutture strettamente connesse l’una all’altra); l’aver omesso di imporre
una nuova procedura VIA sul rigassificatore, dopo che erano emerse molte
importanti modifiche del progetto rispetto a quello valutato nel 2006-2009
(spostamento dei serbatoi e del pontile di attracco delle metaniere, previsione
di un nuovo elettrodotto da 132 kV, istituzione del SIC “Area marina di
Miramare” (che imporrebbe una nuova valutazione di incidenza, in ossequio alla
Direttiva europea in materia).
Non basta. Il WWF ricorda che gli
approfondimenti ed il dibattito, svoltisi anche dopo il decreto VIA del 2009,
hanno evidenziato le molte alternative,
disponibili e già realizzate in vari Paesi, rispetto alla tecnologia che
utilizza l’acqua di mare, scelta da GasNatural per il progetto di Trieste.
Tra queste, le navi rigassificatrici, che possono funzionare anche a circuito
chiuso, cioè producendo a bordo il calore necessario, senza produrre impatti
negativi sull’ambiente marino.
Sono emersi infine, dall’esperienza
dell’impianto off shore di Porto
Viro, problemi rilevanti legati alla dispersione di cloro nell’aria, oltre che
alla formazione di schiume imbrattanti, fenomeni anche in questo caso all’uso
dell’acqua di mare come veicolo di calore per la rigassificazione.
Da ciò la conclusione dell’associazione
ambientalista, che giudica riduttivo e pericoloso fondare il “supplemento
istruttorio” sui soli aspetti relativi alle interferenze del progetto di
GasNatural con l’incremento del traffico navale previsto dall’Autorità portuale
di Trieste.
Ben più logico sarebbe, a giudizio del
WWF, procedere all’azzeramento di tutte
le procedure autorizzative in corso (per il gasdotto, la centrale elettrica,
l’elettrodotto), nonché del decreto VIA del 2009 sul rigassificatore, come
WWF e Legambiente avevano chiesto già nel dicembre 2012.
“Bisogna
fare pulizia
– conclude il presidente del WWF Friuli Venezia Giulia, Roberto Pizzutti – di un insieme di documenti amministrativi
oltre modo pasticciati, della cui sostanziale illegittimità il ministero
dell’ambiente deve finalmente prendere atto. Ed è anche ora che di questioni
energetiche si cominci finalmente a ragionare in modo serio, non rincorrendo i
progetti di qualche multinazionale, ma dotandosi di un Piano Energetico degno
di questo nome, che dev’essere valutato in modo trasparente e partecipato, come
prescrivono le Direttive europee”.
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