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Il pregio ambientale dell’area (vegetazionale,
paesaggistico, geologico, culturale) è indiscutibile.
L’abbandono della coltivazione
dei terreni agricoli ha comportato negli ultimi anni, da un lato la diffusione
del bosco, dall’altro la penetrazione degli insediamenti abitativi. In ambedue
i casi con il risultato di una compromissione del tradizionale aspetto dei
luoghi. Senza interventi di manutenzione di quest’area, di vero e proprio
restauro delle componenti ambientali che si stanno alterando, c’è il rischio di
un suo ulteriore degrado.
Una prima riflessione sarà svolta dal Comitato scientifico che si è riunirà a fine luglio per elaborare una strategia di ampio respiro. Il WWF di Trieste e l’Area Marina Protetta di Miramare intendono ora coinvolgere su questo progetto la comunità, le categorie economiche, le istituzioni locali, i cittadini. Questa è una condizione necessaria per l’efficacia della proposta, per garantire nel tempo i risultati ottenuti, per realizzare un cambiamento profondo e duraturo nei comportamenti individuali e collettivi. Il territorio che si estende tra Miaramare, Grignano e Contovello potrà rappresentare l’incubatore di un modello di pianificazione paesistica da esportare su larga scala, riprendendo, peraltro, le esperienze che altrove hanno già dato ottimi risultati. Si pensi solo a quanto è stato fatto in Liguria, nelle Cinque Terre.
Una prima riflessione sarà svolta dal Comitato scientifico che si è riunirà a fine luglio per elaborare una strategia di ampio respiro. Il WWF di Trieste e l’Area Marina Protetta di Miramare intendono ora coinvolgere su questo progetto la comunità, le categorie economiche, le istituzioni locali, i cittadini. Questa è una condizione necessaria per l’efficacia della proposta, per garantire nel tempo i risultati ottenuti, per realizzare un cambiamento profondo e duraturo nei comportamenti individuali e collettivi. Il territorio che si estende tra Miaramare, Grignano e Contovello potrà rappresentare l’incubatore di un modello di pianificazione paesistica da esportare su larga scala, riprendendo, peraltro, le esperienze che altrove hanno già dato ottimi risultati. Si pensi solo a quanto è stato fatto in Liguria, nelle Cinque Terre.
Nel contempo è stato richiesto ai
Consiglieri regionali che hanno a maggio proposto una legge regionale per la
valorizzazione della nuova DOC Prosecco di rivedere il testo normativo. La
riattivazione delle coltivazioni tradizionali non passa attraverso gli
interventi della Protezione civile né le richieste immotivate di riduzione dei
sistemi di tutela naturalistica che correttamente garantiscono la protezione di
quest’area.
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