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Il Blog del WWF Friuli Venezia Giulia

venerdì 6 luglio 2012

Tutela dei terrazzamenti del ciglione carsico


Foto di atrieste.eu
licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale
Sulla tutela del ciglione carsico e in particolare degli estesi terrazzamenti sotto Contovello, da secoli destinati ad attività agricole, è stato aperto un confronto tra il WWF, i coltivatori con le loro Associazioni, la Regione e il Comune di Trieste. Il tema è di grande rilevanza.
Il pregio ambientale dell’area (vegetazionale, paesaggistico, geologico, culturale) è indiscutibile.
L’abbandono della coltivazione dei terreni agricoli ha comportato negli ultimi anni, da un lato la diffusione del bosco, dall’altro la penetrazione degli insediamenti abitativi. In ambedue i casi con il risultato di una compromissione del tradizionale aspetto dei luoghi. Senza interventi di manutenzione di quest’area, di vero e proprio restauro delle componenti ambientali che si stanno alterando, c’è il rischio di un suo ulteriore degrado.
Una prima riflessione sarà svolta dal Comitato scientifico che si è riunirà a fine luglio per elaborare una strategia di ampio respiro. Il WWF di Trieste e l’Area Marina Protetta di Miramare intendono ora coinvolgere su questo progetto la comunità, le categorie economiche, le istituzioni locali, i cittadini. Questa è una condizione necessaria per l’efficacia della proposta, per garantire nel tempo i risultati ottenuti, per realizzare un cambiamento profondo e duraturo nei comportamenti individuali e collettivi. Il territorio che si estende tra Miaramare, Grignano e Contovello potrà rappresentare l’incubatore di un modello di pianificazione paesistica da esportare su larga scala, riprendendo, peraltro, le esperienze che altrove hanno già dato ottimi risultati. Si pensi solo a quanto è stato fatto in Liguria, nelle Cinque Terre.
Nel contempo è stato richiesto ai Consiglieri regionali che hanno a maggio proposto una legge regionale per la valorizzazione della nuova DOC Prosecco di rivedere il testo normativo. La riattivazione delle coltivazioni tradizionali non passa attraverso gli interventi della Protezione civile né le richieste immotivate di riduzione dei sistemi di tutela naturalistica che correttamente garantiscono la protezione di quest’area.

                                                                                                          Alessandro Giadrossi

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