Trieste, 3 agosto
2016
La recente vicenda
del camion cisterna (stra)carico di metano liquido, ora confinato presso
l'aeroporto di Gorizia, ci ripropone la questione della sicurezza dei traffici
di merci pericolose, ed un inquietante interrogativo: è possibile – come si
legge oggi – che in un porto europeo qualcuno possa sovraccaricare
un'autocisterna oltre i limiti di sicurezza, per poi metterla in circolazione
sulle autostrade?
I criteri applicati
nella progettazione degli impianti per la ricezione, stoccaggio e
rigassificazione del GNL – sono due i progetti pendenti in regione – avranno
tenuto conto di questi comportamenti anomali, per non dire criminali? Il
Comitato tecnico regionale, che ha dato il suo nulla-osta in entrambi i casi,
ha spinto le sue analisi oltre al perimetro dell'impianto ed ha tenuto conto
del « fattore umano »? Oggi plaudiamo all'ipotesi del trasferimento a
Monfalcone del terminal della linea di traghetti per la Grecia, nell'ambito di
una gestione unitaria dei nostri due maggiori porti regionali. Le due tipologie
di traffico sono compatibili?
Dal momento in cui
entrambi i progetti furono presentati al pubblico (Trieste nel 2006, Monfalcone
nel gennaio 2014) è venuta meno l'urgenza che motivava il proliferare di
progetti per queste infrastrutture : i consumi si sono stabilizzati, il
costo dei combustibili fossili è crollato e l'analogo impianto di Livorno
(entrato in funzione nel 2013) rigassifica poco o niente mentre quello di Porto
Viro a stento gira a mezzo regime. Il fatto di cronaca ricordato poc'anzi può
essere lo spunto per rimettere in discussione in primis la sicurezza, ma anche
la strategicità, dei nostri rigassificatori.
Analogamente a quanto
fatto dalla Provincia di Trieste e dal Comune di Muggia, riteniamo che sia
giunto il momento per cui la giunta regionale e quella nuova del Comune di
Trieste si attivino a livello ministeriale per l’azzeramento delle attuali
proposte.
WWF Trieste
Comitato per la salvaguardia del Golfo di
Trieste
Legambiente Trieste
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