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Il Blog del WWF Friuli Venezia Giulia

lunedì 10 marzo 2014

Passeggiata letteraria tra pietre, piume, insetti - intervista a Matteo Sturani

di Francesco Cenetiempo
tratto da La Voce del Popolo di Fiume

Gli scrittori che fanno da guida al naturalista Matteo Sturani in questo suo viaggio di osservatore della natura sono tra i maggiori della letteratura mondiale: Calvino, Nabokov, Hemingway, Junger, Gadda, Primo Levi, Sbarbaro, Meneghello, Thoreau, Neruda e tanti altri ancora. È un opera corale “Pietre, piume e insetti. L’arte di raccontare la natura” (Einaudi, 2013), che ci accompagna, non senza stupirci, tra i meandri di un universo naturale, costituito da foglie, cortecce, licheni, lombrichi, ciottoli, a noi sconosciuto o forse solo di difficile comprensione.
Seguiamo con religiosa attenzione quello che ha da dirci l’ingegnoso Leonardo: “Or non vedi tu che l’occhio abbraccia la bellezza de tutt’il mondo? Lui è capo dell’astrologia, lui fa la cosmografia, lui tutte le humane arti consiglia e corregge. […]
Cos’è ciò che ti risveglia, o uomo, ad abbandonare le tue case cittadine, a lasciare parenti e amici e andare nei campi tra i monti e valli, se non la bellezza naturale del mondo, di cui, se ben ci rifletti, ti delizi col senso del vedere?” oppure gli inediti ricordi di infanzia di un Levi “Verso metà giugno mia madre metteva mano ai bagagli. […]
Contenevano tutto: biancheria, pentole giocattoli, libri, scorte, abiti leggeri e pesanti, scarpe, medicine, attrezzi, come se si partisse per l’Atlantide.[…] I tre mesi scorrevano lenti, sereni e noiosi, punteggiati dall’abominio sadico dei Compiti per le Vacanze. Comportavano sempre un nuovo contatto con la natura: modeste erbe e fiori di cui era gradevole imparare il nome, uccelli dalle varie voci, insetti, ragni. […]
Nel giardino-cortile si affaccendavano ordinate tribù di formiche, di cui ero affascinante studiare le astuzie e le ottusità”.
Tra gioco, amore, arte e disavventure
Il libro di Sturani è articolato in sezioni. Nella prima, “La rivelazione di un amore”, e nella seconda, “La natura come gioco”, il mondo dell’infanzia riaffiora sino a diventare la protagonista della ricerca per mezzo degli splendidi quadri letterari tratti da Nabokov, Meneghello, Neruda, Calvino, Levi e Calamandrei che in “Inventario della casa di campagna” dà una sua personale motivazione alla nascita della curiosità verso il mondo naturale: “Innata genialità dei ragazzi nell’inventar modi sempre nuovi per tormentare le creature vive! Si direbbe che i loro giuochi non abbian gusto se non si lasciano dietro, in quel mondo di popoli minimi dei quali essi sono i dittatori, una scia di mutilazioni e di stragi: e gli accorgimenti per infliggerle sono così estrosi, che figurerebbero bene in una speciale sezione del museo degli strumenti di tortura che si ammira in Norimberga”. Ma “se da un lato la natura pagava un prezzo sotto i colpi di un banditismo brufoloso armato di fionde, alcool e cerini, dall’altro il contatto diretto con tale natura era in grado di promuovere una conoscenza della stessa e dei suoi meccanismi che nessuna aula o laboratorio scolastico avrebbe in seguito fornito”.

Le restanti sezioni: “L’arte di osservare la natura”, “Il naturalista all’opera” e le “Disavventure del naturalista” suggeriscono un approccio più rigoroso al lavoro del naturalista anche se mediato dal visionario sguardo di poeti e scrittori come Ponge, Rigoni Stern, Calvino...
Un rapporto emotivo e conflittuale
Nella sezione “Emozioni caccia e pesca” le pagine del libro si arricchiscono di racconti incentrati sul rapporto conflittuale tra uomo e natura di autori come Bridges, Genevoix, La Capria, Hemingway e Turgenev. A completamento del volume non potevano mancare dei cammei pittorici di Mario Sturani, nonno del curatore e capostipite di una famiglia di insoliti naturalisti.
In occasione della venuta a Trieste di Matteo Sturani per una passeggiata letteraria sul Carso intitolata “L’Arte di raccontare la natura”, organizzata da WWF Trieste onlus, in collaborazione con WWF AMP Miramare e la partecipazione del Civico Museo di Storia Naturale di Trieste, abbiamo posto allo stesso alcune domande.
Il suo libro è indubbiamente un percorso originale dove dopo un rimescolamento delle carte il naturalismo come scienza e la scrittura come arte creativa diventano tutt’uno. Ciò è frutto di una casualità, di un interesse specifico verso la natura o, citando Nabokov, un gioco intricato di sortilegio e illusione?
“Mi perdonerà, se rispondo citando le parole di un’amica, prof.ssa Cinzia Botta, che in un breve scritto sull’ antologia così si esprime in merito alle comuni attività di scrittura e pratica dell’osservazione naturalistica: ‘Le attività dello spirito non possono essere tenute separate: vi è tra loro una corrispondenza intima, un gioco di echi che risuonano, da cui si può trarre spunto per approfondire conoscenze, alimentare desideri di scoperte, suscitare nuovi dubbi. Attività dello spirito sono leggere, scrivere, comporre, suonare, osservare la natura. Per tutte un comune denominatore è la capacità di sentire, ossia di inoltrarsi fino all’anima delle cose, di quelle visibili e delle poco visibili, di quelle concrete, misurabili e delle astratte’.
La natura quindi come spettacolo che si para quotidianamente davanti ai nostri occhi. Uno scenario variegato di forme e colori spesso incomprensibile ad uno sguardo poco allenato come il nostro. Lei consiglia un osservazione attenta, un esercizio di passione teso al piacere del cogliere un mondo in gran parte sconosciuto. Ma ci si può innamorare della natura?

“Nell’introduzione alla prima parte dell’antologia, ho usato il termine innamoramento riferendomi a quello che avviene quando la scoperta della natura si compie da bambini, allora si è storditi dalla passione, dal piacere della scoperta, dal senso di avventura che questo rapporto regala. Che questo succeda in una persona adulta è molto più difficile, se non impossibile. Bisogna averla vissuta da piccoli un po’ di quella passione. Poi, anche a distanza di molti anni, riavvicinandosi agli oggetti della natura con occhi più attenti e curiosi è possibile recuperare parte di quello sguardo e restare stupiti dal senso di meraviglia in cui si sprofonderà nuovamente”.

1 commento:

  1. bellissima mattinata tra natura e cultura,grazie!
    Anna Cenetiempo

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