Il Ministero dell’Ambiente chiede i danni!
di Matteo Fermeglia
C’era indubbiamente molta attesa, sia tra gli addetti ai lavori sia tra i singoli cittadini, per l’avvio del processo davanti al Tribunale di Trieste nel procedimento avviato a seguito dei lavori compiuti dalla Protezione civile regionale, nel marzo dello scorso anno, nell’ambito dell’operazione “Alvei puliti” in Val Rosandra.
In aula, davanti al Giudice
dott. Marco Casavecchia sono stati citati: Guglielmo Berlasso - direttore regionale della Protezione Civile - Cristina
Trocca, Adriano Morettin - entrambi dipendenti della
Protezione Civile - e Luca
Ciriani. Quest’ultimo, già assessore e vice presidente della Giunta, e ora
consigliere regionale, era l’unico presente in aula.
Archiviata le posizioni del
sindaco di San Dorligo Della Valle,
Fulvia Premolin e del Vice Sindaco Antonio Ghersinich-quest’ultimo,
peraltro,munito di delega alla Protezione Civile - è stata recentemente
stralciata anche quella di Mitja Lovriha, dirigente
comunale ai lavori pubblici e all'ambiente. Ma rispetto a questa posizione si
attende la fissazione dell’udienza nella quale si discuterà sull’eventuale
archiviazione.
Contro gli imputati si sono
costituti parte civile il Ministero dell’Ambiente, con l ’avvocato dello
Stato Marco Meloni e il WWF Italia con
l’avvocato Alessandro Giadrossi.
Il Ministero ha chiesto, a
titolo di danno materiale arrecato alla collettività e dei danni all’immagine,
una condanna degli imputati al pagamento di circa 3 milioni di euro.
Significativa, senza ombra
di dubbio, è anche la costituzione di parte civile del WWF Italia, al fine di
far valere il diritto al risarcimento del danno “derivante dalla lesione del
nome, dell’immagine e della reputazione” dell’associazione, oltre alla lesione
del diritto collettivo alla salubrità dell’ambiente.
La seconda questione
fondamentale che è stata discussa ha riguardato il reato contestato agli
imputati.
Il P.M. dott. Antonio
Miggiani ha provveduto a modificare il capo d’imputazione eliminando il
riferimento all’art. 181,comma 1bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio;
una contestazione decisamente meno grave sul piano della sanzione, ma che
d’altra parte impone l’accertamento della sola colpa degli imputati e non del
dolo,come invece richiederebbe la norma rimossa dall’imputazione.
A seguito della decisione
del P.M., i difensori degli imputati hanno richiesto la
concessione di un termine per preparare le
loro difese. Richiesta accolta dal Giudice, nonostante l’opposizione della
parte civile WWF il quale ha sostenuto come l’eliminazione di un semplice
inciso dall’imputazione non significasse
modifica della stessa.
All’udienza del
28 di ottobre le parti hanno proceduto con le richieste di assunzione di prova
al giudice. La pubblica accusa ha richiesto la citazione di ben 19 testimoni,
in primis il dott. Gasparo, in qualità di consulente tecnico dell’Accusa. Da
notare la presenza tra i testimoni citati del prof. Livio Poldini, emerito di
botanica dell’Università di Trieste. La difesa ha richiesto di sentire sette
testimoni e ha prodotto voluminose prove documentali.
Il giudice
ammesse le prove ha rinviato l'udienza alle ore 12:00 del 2 dicembre, quando
inizierà l'esame dei testimoni dell'accusa.
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