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Il Blog del WWF Friuli Venezia Giulia

venerdì 15 novembre 2013

Val Rosandra: segui il processo

Il Ministero dell’Ambiente chiede i danni!
di Matteo Fermeglia

C’era indubbiamente molta attesa, sia tra gli addetti ai lavori sia tra i singoli cittadini, per l’avvio del processo davanti al Tribunale di Trieste nel procedimento avviato a seguito dei lavori compiuti dalla Protezione civile regionale, nel marzo dello scorso anno, nell’ambito dell’operazione “Alvei puliti” in Val Rosandra.
In aula, davanti al Giudice dott. Marco Casavecchia sono stati citati: Guglielmo Berlasso - direttore regionale della Protezione Civile - Cristina Trocca, Adriano Morettin - entrambi dipendenti della Protezione Civile -  e Luca Ciriani. Quest’ultimo, già assessore e vice presidente della Giunta, e ora consigliere regionale, era l’unico presente in aula.
Archiviata  le posizioni del sindaco di San Dorligo Della Valle,  Fulvia Premolin e del Vice Sindaco Antonio Ghersinich-quest’ultimo, peraltro,munito di delega alla Protezione Civile - è stata recentemente stralciata anche quella di Mitja Lovriha, dirigente comunale ai lavori pubblici e all'ambiente. Ma rispetto a questa posizione si attende la fissazione dell’udienza nella quale si discuterà sull’eventuale archiviazione.
Contro gli imputati si sono costituti parte civile il Ministero dell’Ambiente, con l ’avvocato dello Stato  Marco Meloni e il WWF Italia con l’avvocato Alessandro Giadrossi.

Il Ministero ha chiesto, a titolo di danno materiale arrecato alla collettività e dei danni all’immagine, una condanna degli imputati al pagamento di circa 3 milioni di euro.
Significativa, senza ombra di dubbio, è anche la costituzione di parte civile del WWF Italia, al fine di far valere il diritto al risarcimento del danno “derivante dalla lesione del nome, dell’immagine e della reputazione” dell’associazione, oltre alla lesione del diritto collettivo alla salubrità dell’ambiente.
La seconda questione fondamentale che è stata discussa ha riguardato il reato contestato agli imputati.
Il P.M. dott. Antonio Miggiani ha provveduto a modificare il capo d’imputazione eliminando il riferimento all’art. 181,comma 1bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio; una contestazione decisamente meno grave sul piano della sanzione, ma che d’altra parte impone l’accertamento della sola colpa degli imputati e non del dolo,come invece richiederebbe la norma rimossa dall’imputazione.
A seguito della decisione del P.M., i difensori degli imputati hanno richiesto la concessione di un termine per preparare le loro difese. Richiesta accolta dal Giudice, nonostante l’opposizione della parte civile WWF il quale ha sostenuto come l’eliminazione di un semplice inciso dall’imputazione non significasse modifica della stessa.
All’udienza del 28 di ottobre le parti hanno proceduto con le richieste di assunzione di prova al giudice. La pubblica accusa ha richiesto la citazione di ben 19 testimoni, in primis il dott. Gasparo, in qualità di consulente tecnico dell’Accusa. Da notare la presenza tra i testimoni citati del prof. Livio Poldini, emerito di botanica dell’Università di Trieste. La difesa ha richiesto di sentire sette testimoni e ha prodotto voluminose prove documentali.
Il giudice ammesse le prove ha rinviato l'udienza alle ore 12:00 del 2 dicembre, quando inizierà l'esame dei testimoni dell'accusa.

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