Affinché però il percorso istitutivo della ZPS e del
SIC venisse portato a compimento era ancora necessario adottare misure di
conservazione relative alla tipologia di area tutelata entro la quale la ZPS e
SIC del Carso sono inclusi (area biogeografica continentale), e poi specificare
puntualmente tali misure con riferimento proprio al Carso triestino e goriziano.
Ancora una volta tale percorso ha dovuto fare affidamento,
come stimolo, al pungolo europeo e il FVG ha approvato solo pochi mesi or sono le misure di conservazione dei Siti continentali, mentre appena ora si è definita la fase conclusiva per la
approvazione anche del Piano di Gestione del Carso stesso.
L’approvazione non è necessaria soltanto per evitare
sanzioni, ma – ed è un discorso importantissimo per un’area come quella carsica sulla quale insistono
significative attività umane, in particolare agricole - per poter
partecipazione con successo alla
distribuzione dei fondi europei del
nuovo programma comunitario 2014 – 2020,
che privilegia appunto le aree di pregio
ambientale dotate della strumentazione di tutela prevista.
Gli uffici regionali hanno presentato ufficialmente al pubblico la proposta di misure del Piano di Gestione,
elaborate dopo un capillare processo
partecipativo che ha coinvolto tutti i
portatori di interesse del territorio; la proposta dovrà ora passare attraverso
il vaglio dei comitati tecnici regionali, della
IV commissione consiliare (ambiente), e dovrà essere adottata dalla
Giunta Regionale; dopodichè si aprirà la fase delle osservazioni (60 gg.) per
giungere infine alla approvazione del documento ad opera del Presidente della
Giunta Regionale. Si spera – dopo tanto , e piuttosto indecente, tergiversare
del passato - entro la fine dell’anno
solare.
Il documento presentato al pubblico appare di buon livello
tecnico ed estremamente - forse persino
troppo – aperto alle esigenze del mondo agricolo, che ha visto riconosciute
praticamente tutte le proprie istanze ed in particolare la richiesta di
riduzione, ulteriore, del gravame della
valutazione di incidenza e la facoltà, sotto determinate condizioni, di ampliamento delle superfici di coltivo
anche su aree boscate e di landa.
E’ impegno del WWF mantenere alta la vigilanza sul percorso deliberativo ancora da compiersi onde
scongiurare sia ulteriori perdite di tempo, sia un indebolimento delle condizioni
di tutela naturalistica che
costituiscono, varrà sempre il caso di ricordarlo, la prima ragion d’essere
della istituzione di Rete Natura 2000.
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