Azzerare tutte le procedure autorizzative in corso, sul
rigassificatore di Trieste-Zaule proposto da Gas Natural e sulle altre
infrastrutture energetiche connesse con quell’impianto.
Lo chiedono WWF e Legambiente, in una nota inviata ai
ministri dello Sviluppo Economico, Passera, dell’ambiente, Clini e dei Beni
culturali, Ornaghi.
Le due associazioni elencano le autorizzazioni già
rilasciate (cioè il decreto VIA favorevole al progetto di Gas Natural, firmato
dagli allora ministri Prestigiacomo e Bondi nel luglio 2009) e quelle il cui
iter è ancora in corso:
-
l’AIA per il rigassificatore di Trieste-Zaule
(con la nota vicenda della Conferenza dei Servizi grossolanamente manipolata da
un dirigente della Regione)
-
l’autorizzazione unica alla costruzione del
rigassificatore, la cui competenza - è stato accertato di recente – è del
Ministero per lo Sviluppo Economico
-
la VIA per il gasdotto Trieste-Grado-Villesse
(infrastruttura indispensabile al funzionamento del rigassificatore di Gas
Natural)
-
la VIA per la centrale a ciclo combinato da 400
MW di Lucchini Energia (il cui sito sarebbe adiacente a quello del
rigassificatore), di cui la stessa società proponente ha chiesto la
sospensione; una centrale che senza rigassificatore o gasdotto non potrebbe
comunque funzionare
-
l’AIA per la centrale a ciclo combinato
-
la VIA per il progetto del rigassificatore off
shore nel Golfo di Trieste, proposto da E.On.
-
l’avvio delle procedure di esproprio per
l’elettrodotto tra il rigassificatore di Gas Natural e la stazione di
trasformazione di Padriciano
-
la Valutazione d'Incidenza Ecologia VIEc per i
SIC “Carso” e “Miramare”
In merito a questi progetti sono emerse nuove conoscenze
sull'impatto ambientale (rilascio di cloro in atmosfera e di cloroderivati in
mare, di schiume, di acqua fredda su ampie superfici, di contaminanti presenti
nei sedimenti marini), dopo la conclusione della VIA nel 2009. Si tratta di
progetti interconnessi tra loro, ma le procedure di valutazione ed
autorizzazione che li riguardano sono state stranamente separate, quasi si
trattasse di progetti indipendenti ed autonomi.
“L’obiettivo di questo
“spezzatino” di progetti e procedure – commentano gli ambientalisti - era evidentemente quello di far perdere la
visione d’insieme degli impatti
sull’ambiente e delle interferenze con altre attività e usi del territorio
e del mare. Un’operazione, nota tra gli esperti come “project slicing”, in
contrasto con lo spirito e la prassi corretta della VIA e delle altre Direttive
europee in materia ambientale.”
“Non solo –
aggiungono gli ambientalisti – com’è noto
nel corso degli anni sono emerse numerose e gravi carenze e manipolazioni negli
studi di Gas Natural e di inaccettabili
omissioni nei procedimenti valutativi degli organi pubblici competenti. Da ciò
i ricorsi al TAR del Lazio contro il decreto VIA sul rigassificatore.”
“La consapevolezza di
quanto accaduto – ricordano le due associazioni – è ormai ampiamente diffusa, grazie all’azione instancabile di
ambientalisti, comitati di cittadini, tecnici e scienziati. Tanto che anche il
presidente Tondo ed il ministro Clini (ma non il ministro Passera) hanno
rilasciato di recente, dopo alcune importanti manifestazioni di protesta della
cittadinanza, dichiarazioni che sembrano
indicare la volontà di ripensare e rivedere quanto fatto dalla Regione e dai ministeri per favorire Gas Natural, e
di aprire un confronto (finora inesistente) con la cittadinanza e con gli enti
locali. Perché ciò non si risolva in
un’operazione di mero maquillage pre-elettorale, è però indispensabile azzerare
tutte le procedure autorizzative in corso, a cominciare dal decreto VIA del
2009.”
La nota degli ambientalisti rimarca anche la necessità che
venga rivista l’impostazione della Strategia Energetica Nazionale, divulgata di
recente dal ministro Passera, che prevede per l’Italia un destino da “hub del
gas” al servizio del resto d’Europa, con la conseguente necessità di costruire
un numero imprecisato di nuove infrastrutture (gasdotti e rigassificatori),
senza precisarne però né la localizzazione, né la tipologia.
“Dopo oltre vent’anni
di attesa di un Piano Energetico Nazionale – concludono WWF e Legambiente – la S.E.N. di Passera rappresenta un ben
modesto passo avanti, e paga un pegno elevato agli interessi delle lobby dei
mercanti di fonti energetiche fossili. Occorre un Piano serio, da sottoporre al
giudizio dei cittadini con le procedure della V.A.S., prima di qualsiasi
decisione su infrastrutture dal pesante impatto ambientale e socio-economico
com’è il caso del rigassificatore e
degli altri impianti energetici previsti a Trieste. WWF e Legambiente si
confronteranno su questo tema con i candidati alle prossime elezioni politiche
e regionali.”
La nota di WWF e Legambiente è stata inviata anche al
presidente della Regione, Tondo, ai sindaci di Trieste, Muggia e S.
Dorligo-Dolina, alla presidente della Provincia di Trieste, ai deputati, ai
senatori ed ai parlamentari europei che hanno i rispettivi collegi elettorali
in Friuli Venezia Giulia.
A tutti si richiede di adoperarsi, nelle rispettive
competenze, affinché si pervenga all’azzeramento dell’iter del rigassificatore
e delle infrastrutture connesse.
La nota degli ambientalisti, essendo implicata anche
l’applicazione (distorta od omessa) di alcune Direttive europee, è stata
inviata anche alla DG XI – Ambiente della Commissione Europea di Bruxelles.
dico solo che ci stanno imbrogliando di brutto.
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