La conclusione della stagione migratoria
ci dà l’occasione di parlare degli ottimi risultati realizzati dall’Associazione
Liberi di Volare, associazione che si è costituita da pochissimi mesi e che ha
come scopo la salvaguardia di rondini e rondoni. Tra le attività
dell’Associazione Liberi di volare ci sono la cura, la riabilitazione e la
reintroduzione in natura dei soggetti feriti ed è proprio su questi compiti che
si è maggiormente concentrato fino ad ora il lavoro dei volontari.
Per Liberi di Volare questa prima
stagione è stata molto ricca, impegnativa
e soddisfacente: sono stati
accolti e curati in tutto 78 esemplari, pervenuti da più parti d'Italia e
persino dall'isola di Lesina in Croazia. Di questi, il 90% è guarito ed è
potuto tornare in natura. Qualche giorno fa è stato liberato l’ultimo rondone,
Glicine.
Intanto prosegue l’attività di
ricerca, che l’associazione ha avviato con il Sincrotrone di Trieste e
l'Università di Camerino e si rafforza la collaborazione con la Mauersegler
Klinik di Francoforte Sul Meno, centro europeo di eccellenza per la cura del
rondone, alla quale l’associazione Liberi di Volare si appoggia per i casi più
complessi, in particolare per l’imping
(impianto di penne), tecnica già impiegata con successo durante questa stagione
su alcuni rondoni con le penne spezzate.
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